II premio fratelli Melis. Biennale internazionale di arte ceramica 2023. Premi e menzioni di merito.

L’ex convento dei cappuccini a Bosa è stato la splendida cornice della premiazione e della mostra finale del II Premio fratelli Melis. Biennale internazionale di arte ceramica 2023, mostra proseguita fino all’8 agosto. Il lungo lavoro che ha visto impegnata la commissione esaminatrice presieduta da Matteo Zauli e l’organizzazione dell’evento, sotto la cura artistica della bosana Stefania Spanedda, ha avuto infatti nella giornata di sabato 29 luglio il suo momento centrale. Con la collaborazione esterna di associazioni ceramiche che lavorano a livello nazionale ed internazionale – a partire da AICC, Associazione Italiana Città della Ceramica, e Associazione Pandora artiste ceramiste – esperti e professionisti del settore, si è arrivati quindi a riconoscere degli attestati di eccellenza e menzioni di merito che hanno dimostrato la validità di quanto applicato a suo tempo dai fratelli Melis. Uno degli scopi che si erano infatti prefissi a suo tempo i fratelli era stato quello di aprire la tradizione artigianale e artistica sarda, in ceramica ma non solo, alle possibili contaminazioni provenienti dal resto d’Italia. Allo stesso modo gli artisti invitati hanno dato prova, con le loro opere, della validità dell’intento prefissato a suo tempo. Non è caso che la motivazione del primo premio assegnato ad Angeliki Papadopoulou reciti espressamente il fatto che l’opera incarni “l’identità del Premio, rappresentando con coerenza lo spirito di innovazione che ha caratterizzato la ricerca dei fratelli Melis partendo dalla rilettura della tradizione ceramica”. La sua opera, dal titolo Precious e art h “interpreta con essenzialità e con straordinaria efficacia materica e cromatica l’archetipo del vaso, forma d’uso per eccellenza dell’oggetto in argilla”. A lei è stato assegnato il premio in denaro offerto dal Comune di Bosa.

Angeliki Papadopoulou con il presidente della giuria Matteo Zauli.
La direttrice artistica del II premio Melis, Stefania Spanedda e Angeliki Papadopoulou

La giuria ha assegnato quindi il secondo premio a Loredana Avagliano e alla sua opera Connessioni, “un’ istallazione di grande raffinatezza tecnica da cui emerge la purezza della forma con la quale l’artista esprime il forte significato sociale dell’opera legato alle relazioni interpersonali”.


Si guarda di nuovo oltre confine con l’opera di LISE ZAMBELLI e Sfumatura di bianco, un’opera da “una forte materialità [che] da voce al percorso di sperimentazione che la permea […]. La relazione dialettica tra la geometria distorta di una forma pura, il cubo, e gli elementi organici viene esaltata dalla purezza della scelta monocromatica”.


L’alto livello qualitativo delle opere presentate ha portato quindi al riconoscimento di alcuni attestati di merito riuniti in due gruppi, il primo legato all’eccellenza tecnica, il secondo alla pregnanza contenutistica. Al primo vanno ricondotte le opere della giovane Alessia Mancosu e il suo Ghiacciaio in fiamme, splendido esempio dell’uso di smalti cristallizzanti;

è invece il lustro ad eccellere in Sentimento di Pasquale Liguori;

un linguaggio formale inedito caratterizza poi l’opera Ecological di Anita Likke Hanch- Hahnsen;

le Anime spinose di Achille Monni spiccano invece per la singolarità con la quale l’artista combina tecniche e materiali, reintrepretando la tradizione sarda.


Parlando di opere che si distinguono invece per lo spessore concettuale e la forza espressiva vanno ricordati invece mCLp studio di GABRIELE RESMINI // LUCA PELLEGRINO e le loro Architetture Oniriche. Qui, oltre alla perizia tecnica, un semplice piatto bianco in ceramica viene proiettato in una dimensione concettuale dall’intervento plastico legato all’architettura e alle percezioni che essa provoca.


Un pensoso sguardo all’oggi ci viene offerto da Shohreh Haghighi con l’opera The place where the ashes of women are stored in the land of Iran, una serie di urne destinate a raccogliere le ceneri delle giovani donne iraniane morte nelle recenti manifestazioni per la richiesta di libertà.

PICCAMOLAS // Efisio Mario Monni, con l’opera La mia venuta al mondo, ci porta invece in una narrazione autobiografica che sembra assumere i toni della fiaba, pur con una coinvolgente essenzialità e immediatezza,

mentre è la spontaneità di una ricerca sul contemporaneo, sostenuta da un virtuosismo tecnico che spicca sul percorso tradizionale di partenza, quella che contraddistingue Patrizio Bartoloni e i suoi “Monoliti 2023”.

Il catalogo digitale di tutte le opere selezionate è consultabile al link:

http://www.messylab.org/premio-melis.html

Testo a cura di Domenico Iaracà.


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