Nuovi luoghi e nuovi nomi per la ceramica contemporanea.
È indubbiamente una nuova opportunità quella offerta dal castello di Levizzano Rangone a Castelvetro di Modena, uno spazio recentemente restaurato che, per volere dell’Amministrazione, si apre all’arte contemporanea. E indubbiamente nuovi molti dei nomi degli artisti che, magari già esperti di materiali diversi, si accostano pure alla ceramica e ne valutano le potenzialità espressive. Un dialogo quanto mai produttivo in cui a queste sperimentazioni si affiancano opere di artisti più o meno giovani che praticano la ceramica ormai da anni e con risultati ben noti al pubblico e alla critica. Crediamo sia rintracciabile in queste righe l’intento di una mostra che ribadisce la vitalità e di uno dei materiali storicamente più antichi ma non per questo meno duttile. E quello che a una prima lettura potrebbe sembrare l’incoerenza di una scelta programmatica è invece uno dei punti di forza della selezione operata dai curatori. Opere che confinano con la street art e l’istallazione ambientale, la perizia artigiana di inizio secolo scorso o l’iperrealismo a cui ci hanno ormai abituato le creazioni di Bertozzi&Casoni. O ancora la terracotta che, citando quasi la ceramica d’uso, si fa matrice per la cottura di grandi sagome di pane a forma di figura umana nelle creazioni di Matteo Lucca. Niente di più arcaico del contenitore-contenuto e, al tempo stesso, qualcosa di indubbiamente innovativo anche per chi frequenta assiduamente il mondo dell’arte.
BERTOZZI & CASONI, Palma 1986, h 270 cm maiolica smaltata e dipinta
MATTEO LUCCA Forma di pane 2016 45, x 30, 180 cm Pane cotto in forno a legna e trattamento consolidante e Matrice 2015. 25 x 26 x 160 Terracotta e ferro
Volendo spingere oltre l’accostamento tra poli apparentemente lontani non possiamo non citare il busto di Leopardi, icona centrale della letteratura nazionale – aspetto che ne giustifica una realizzazione ancora nel 2018 ad opera di Alberto Reggianini – con la bilancia pesapersone di Giorgio Di Palma in un dissacrante esempio di Pop art .
ALBERTO REGGIANINI, Leopardi, 2017 – 18 42 x 18 x 24 terracotta dipinta
GIORGIO DI PALMA Bilancia 2018 25 x 25 x 7 Tecnica ceramica ingobbi decal
Una polarità tra antico e contemporaneo che prende vita anche all’interno delle singole opere, una fra tutte Lo spazio del vaso realizzato da Gaetano Di Gregorio In occasione della residenza per artisti tenutasi in Cina ad inizio 2015: una forma tradizionale in porcellana offre il pretesto per lavorare non tanto sulle superfici esterne ma all’interno della forma vaso. La rappresentazione coglibile da un piccolo foro sul corpo del vaso stesso è un omaggio alle incisioni giapponesi a tema erotico. Ma, come ha avuto modo di dichiarare l’artista stesso, non è questo il focus della sua attenzione quanto piuttosto il dialogo continuo tra interno ed esterno della forma vascolare, in un percorso di ricerca bel lungi da considerarsi concluso.
GAETANO DI GREGORIO. Lo spazio del vaso, 2015, 21 x 40 cm porcellana biscuit.
Forme, tecniche e materiali decisamente distanti si alternano negli ampi spazi del castello e per darne una prova basta considerare il gres tornito con interventi in oro a terzo fuoco di Elysia Athanatos che dialoga con gli assemblaggi di legno e mattonelle di recupero, poi fuse, ad opera di Daniele Gagliardi.
ELYSIA ATHANATOS, Terra, oro, pneuma, 2018 diametro 64 cm, h 70 cm Gres tornito con oro terzo fuoco
DANIELE GAGLIARDI, Pagus 2018, 77 x 50 x 17, Elementi vari, ceramica e pigmento.
O ancora le Guerriere con cui Sergio Rubini affronta il tema della violenza sulla donna e che condividono la preponderanza del bianco con il piatto informale di Li Zuwei nella sala a fianco. Temi narrativi o, forse, addirittura un riferimento alla più cruda attualità nell’ Affiorare di Giuseppe Pannini che contrastano con le collezioni entomologiche che Alice Padovani compone con scarabei dorati e frammenti di ceramica.
SERGIO RUBINI Guerriera, 2015 h 50 cm terracotta policroma
LI ZHUE,I Senza titolo, 2017, 27 x 29 cm, Piatto, terra gesso
GIUSEPPE PANNINI, Affiorare, 2018, 25 x 25 x 10
ALICE PADOVANI, Fracture, Gold 2018, 35 x 35 x 5 cm Assemblaggio in teca entomologica.
Potremmo continuare ancora a lungo l’elenco dei contrasti o opposizioni che rendono la selezione di opere e di artisti selezionati una continua sorpresa per il visitatore ma preferiamo rimandare questo piacere a quanti riusciranno a visitare l’esposizione o almeno a sfogliarne il catalogo, strumento agevole e snello ti documentazione dell’evento.
Una visita alla mostra o il relativo catalogo, come dicevamo: due modi indubbiamente validi per dimostrare come la ceramica contemporanea goda già dei nuovi maestri promessi dal titolo dell’esposizione.
Testo di: Domenico Iaracà
Contemporary Italian Ceramic – CiC è il primo blog di ceramica diffuso, con uno sguardo alle tradizioni ma sopratutto alle nuove correnti artistiche del panorama Italiano e non. www.contemporaryitalianceramic.com
Ottimo servizio per la buona diffusione dell’arte della ceramica, mostre, concorsi, eventi.
Grazie 😊
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