“Sacro e Profano” una mostra di Giannantonio Gasparin a Verona.

Verona, città scaligera legata a doppio filo ad una storia che è insieme tradizione religiosa e folclore turistico, accoglie la personale “Sacro e profano” di Gi, sintesi e identità linguistica per Giannantonio Gasparin. Nella restaurata cornice della Galleria Giustizia Vecchia, posta accanto al gioiello romanico di San Zeno Maggiore, la mostra affronta un tema dal sapore antico. Grazie alla precisa supervisione delle curatrici Anna Ballini e Giulia Abbondati, l’esposizione si apre incontrando tre opere scultoree centrali, triade che accanto al sacro e al profano aggiunge la dimensione naturale-animale-umana.

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Catturati dallo sguardo delle enigmatiche figure, ci si accorge solo in seconda battuta che uno stuolo di sante e santi fiancheggiano la prima parte della Galleria. Sono una serie ordinata di sculture antropomorfe di santi che spaziano dal patrono San Zeno ai più noti santi del calendario liturgico: San Francesco, Santa Caterina da Siena, San Bernardino, Sant’Elena, Santa Lucia e molti altri. Solide figure che poggiano saldamente su tre piedi e che esibiscono i segni del proprio martirio in una dimensione onirica.

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MOSTRA-11I santi e le sculture profane di contorno, sono accomunate da elementi decorativi che si richiamano al naturale, sono dei germogli al limite dell’arabesco. I colori, in queste terracotte dipinte, si insinuano nei segni incussi sulle superfici e ne delineano con precisione volti, arti e strumenti del martirio.

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Oltre alla produzione scultorea l’esposizione si completa con disegni, tempere e acquerelli che non replicano semplicemente i soggetti tridimensionali, ma aggiungono episodi al racconto delle vite dei santi o alle figurazioni mostruose della controparte. Colori insieme accesi e tenuti, resi con particolare cura e precisione, specialmente nei disegni, e più liberi e concreti nei quadri.

mostraLe composizioni musicali che nel corso della vita Gi ha composto, suonato e vissuto con molti musicisti sperimentali, hanno sempre avuto una controparte artistica, caratterizzata dall’uso di tecniche miste. Ma se le musiche sono state sempre un modus vivendi per condividere l’evento, la perfomance, la sperimentazione collettiva, l’arte che anche qui trova sfogo è esibizione del presente. Un presente lontano, un presente che si confronta con il sacro e il profano, con i mostri che stanno nell’intimo dell’artista, con le sue particolari vocazioni all’inconsueto, al variegato, all’alternativa non conforme.

Giannantonio Gasparin, classe 1965 e originario di Marano Vicentino, è noto al pubblico col semplice nomignolo “Gi”. Gasparin fin dall’adolescenza ha cominciato a tessere rapporti con personalità affini per realizzare una serie impressionante di disegni in musica. In più di trent’anni di carriera, oltre a più di cinquanta incisioni per etichette indipendenti, lavori musicali sperimentali da lui definiti agogici, ha esposto su invito anche le proprie opere pittoriche e scultoree. Personalità introversa eppure disponibile al dialogo, si interessa specialmente a ciò che comunemente il pubblico non riesce a percepire, sia esso in ambito musicale, artistico, sociale e politico.

Testi e foto a Cura di Lampi Creativi

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