ser·en·dip·i·ty
Il termine serendipità indica la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra. Il termine fu coniato in inglese da Horace Walpole (serendipity) nel XVIII secolo, e rientra pertanto nella categoria parole d’autore.
Da piccolo sognavo l’Australia.
Non conoscevo molto dell’Australia: canguri, koala, spazi infiniti d’incredibile bellezza, pochi elementi che bastavano ad accendere la fantasia di bambino cresciuto in una città ( Napoli ): stretta tra il vulcano e il mare, affollata da troppa Storia e tante storie… così a causa della scellerata razionalità che a volte affligge gli adulti (quando dimenticano di fantasticare come da bambini) dal sognare l’Australia mi ritrovai a vivere a Firenze e proprio in questa città, correva l’anno 2000: ho aperto il mio laboratorio di ceramica.
Io, mi chiamo Enzo Formisano, ho studiato alla scuola di ceramica di Montelupo Fiorentino e ho la fortuna di fare un lavoro che amo.
Il mio laboratorio è anche una scuola di decorazione e modellazione, si chiama: “Officina Laboratorio”, a volte è un porto di mare e per descrivere la fantastica e varia umanità che negli anni lo ha popolato ci vorrebbe la penna di un Kavafis perchè, a mio parere, chi mette le mani nell’argilla ha sempre una storia da raccontare come questa che mi accingo a descrivere…
Conobbi Svetlana (Lana) una piovosa domenica mattina della scorsa primavera quando trovai nella mia mail un’accorata richiesta per una lezione individuale di decorazione nell’ultimo giorno da turista che aveva a disposizione a Firenze. L’incontro fu piacevole, come spesso accade tra persone sconosciute che condividono però una passione, quella del piacere nello stendere un colore “a pennello” e lo sterminato serbatoio di decori antichi nei quali ci perdevamo fece nascere in entrambi un inaspettato entusiasmo. Lana mi raccontava che alla soglia dei 50, potendo finalmente lasciare un impiego piu’ redditizio ma noioso, decise di dedicarsi ad una sua vecchia passione: fare ceramica. Ripulito il garage della casa dove viveva vi impiantò un piccolo laboratorio e presto arrivarono amici e vicini chiedendole di imparare. Tutto questo accadeva a: Brisbane, capitale del Queensland: Australia, dove le avventure e le svolte della vita l’avevano portata, forse anche lei mossa da quel mio stesso desiderio di spazio e novità non estraneo a chi ha vissuto nei sovraffollati appartamenti dell’ex unione Sovietica in cui era cresciuta.
Quando durante il nostro incontro mi disse che sarebbe stato divertente invitarmi a tenere la stessa lezione ai suoi alunni in Australia le dissi senza nessuna esitazione che era cosa facile da fare e che avrei chiesto come unico compenso il costo del volo… mi sembrò una cosa molto naturale da dire poichè da venti anni ormai la ceramica è il mezzo preferito dal mio karma quando vuole farmi qualche regalo.
Così, per tornare ai miei sogni di bambino, nell’agosto scorso, con il libro di decorazione maiolica di Montelupo Fiorentino sotto braccio e delle slide show in una penna usb, sono stato a Brisbane: Australia per la prima volta. 20 giorni di full immersion nello studio di Lana e anche in altri 2 laboratori-scuola dove abbiamo tenuto 5 workshops ad un totale di circa 60 alunni.
Gli facevo dipingere un piatto con i trucchi e i decori originali del Rinascimento. Raccontavo la storia del pozzo dei lavatoi, dei mercanti/imprenditori fiorentini del ‘400, delle straordinarie abilità di questi sconosciuti artigiani, del prezioso cobalto importato fin dal lontano Korashan per produrre il color blu e dell’influenza delle ceramiche arabo-andaluse, del naufragio dei navigli carichi di ceramiche: la storia raccontata seguendo la filiera dell’industria ceramica e del commercio del Rinascimento.
La partecipazione all’attività didattica è stata entusiasmante ma questo non mi ha sorpreso poichè questo stesso workshop lo avevo già sperimentato tantissime volte nel mio laboratorio a Firenze per un pubblico simile: con viaggiatori, studenti stranieri e sapevo già quanto può essere vivo ed emozionante il contatto col nostro patrimonio culturale attraverso l’esperienza del fare ceramica.
Ciò che ha veramente reso preziosa questa esperienza di viaggio-lavoro è stato l’incontro con una comunità e una famiglia che ha accolto oltre la tradizione e la cultura Italiana anche me in maniera inattesa del tutto spontanea. Nei giorni trascorsi in Australia, ho preferito non viaggiare molto per il continente, ma vivere di cose semplici: dal portare il cane al parco dietro casa di Lana ad una semplice passeggiata in bici lungo il fiume, fino a farmi trasportare dalle malinconiche antiche canzoni Russe inaspettatamente accompagnate alla chitarra dal marito di Lana e dai suoi amici.
L’Australia era lì a fare da cornice con le sue meraviglie: canguri, koala, balene, le onde dell’oceano e il sogno dei surfisti, bellissime cartoline che ogni turista può comprare, ma le ore trascorse in laboratorio a scambiarsi tecniche ceramiche e racconti di vita nei pomeriggi assolati interrotti dal verso stridulo dei pappagalli, non li dimenticherò facilmente perché certe emozioni non si possono acquistare come si compra con una cartolina.
Testo di: Enzo Formisano
Foto: allievi del workshop
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