DALL’ORIENTALISMO AL LIBERTY: Trieste capitale delle arti applicate.

In un panorama artistico in cui le grandi moste sono spesso riservate ai soli centri maggiori, Trieste e la nuova gestione del Museo storico di Miramare rappresentano una felice eccezione. Attingendo da una parte alle ricche collezioni proprie e appoggiandosi interamente al Museo di arti applicate di Praga dell’altra, due importanti mostre ospitate nel Castello gettano luce sulla storia del gusto a cavallo tra la metà dell’800 e l’inizio del secolo successivo. E, all’interno della selezione degli oggetti esposti, un ruolo importante è svolto pure dalle ceramiche. A partire da quelle presentate nella mostra dal titolo Massimiliano e l’sotismo. È indubbiamente vero che tra le molte opere delle collezioni asburgiche e comprate personalmente dall’imperatore del Messico ce ne sono alcune che risalgono indietro al XVII secolo, ma tra queste ce ne sono altre che arrivano all XIX secolo e il cui luogo di produzione non è l’oriente ma l’Europa, la Germania in particolare. In un mondo in cui l’ideale del “buon selvaggio” faceva guardare all’Oriente con un atteggiamento di apertura ecco che le manifatture europee imitano le porcellane orientali o, come lo splendido vaso in mostra, le lacche e le forme inusuali delle zucche intagliate.
Basta spostarsi di alcune sale e procedere poi fino agli spazi delle ex scuderie per arrivare poi alla mostra IL LIBERTY e la rivoluzione europea della arti. Che siano in vetro o in porcellana, i vasi riprendono le luminescenze delle pietre preziose e le forme vegetali che ritroviamo ovunque, dalle gambe dei mobili ai ricami dei vestiti. Sono la Primavera e la Giovinezza le dinvinità tutelari di questi oggetti e di questo gusto fin de siècle che guarda al futuro con rinnovata fiducia. Ma in un quadro europeo così vasto e variegato gli spunti non si limitano a questi tratti e ne compaiono contemporaneamente altri, di segno quasi opposto: sotto l’influenza di Hofmann e delle Wiener Werkstätte le forme e di decori si semplificano fino a ridursi a forme e decorazioni geometriche e lineari. In un gruppo non grandissimo di opere si passa quindi attraverso il tempo e gli spazi ripercorrendo così il variare del gusto alle soglie delle contemporaneità

Testo di: Domenico Iaracà

Vaso a zucca , Berlino, inizio del XIX secolo ceramica invetriata, dipinta e dorata, h 50 cm

Liberty

 


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