Una genìa di fornaciari – la Fornace De Martino

Nel mezzo di una spianata di mattonelle di cotto, maioliche, cumuli d’argille diverse, strumenti e materiali accatastati un po’ a caso, si alza una solitaria grande quercia col tronco storto. Somiglia a gli aceri delle stampe giapponesi. Ma siamo lontani dal Sol Levante. L’ombrello della quercia ripara un tavolo e delle sedie.  «E’ il nostro vero studio, all’aperto, senza muri, conviviale»  dice mentre ride  Antonio De Martino. Con un fratello e una sorella é l’ultimo anello di una genìa di fornaciari  produttori di cotto. «Sotto le sue fronde ci incontriamo a tavola con  tecnici e artisti e ragioniamo, davanti a una pizza, di progetti,  cotture, impasti, colori ». Già, l’importanza della relazione quando il lavoro si crea.

Rufoli di Ogliara è una frazione dell’entroterra della provincia di Salerno. Zona remota, fuori da ogni rotta del turismo, con le case finite a metà, le strade bucate e  campi pieni di sterpi.  Nel mezzo di questa landa la Fornace De Martino è un catalizzatore per artisti. La sua storia parla di secoli di lavoro. La stessa argilla, la stessa tecnica e le stesse fornaci da più di cinquecento anni. Un bel po’.«Abbiamo trovato un atto notarile datato 1479» spiega Antonio. «E’ conservato nella Badia Benedettina di Cava dei Tirreni. Da allora facciamo il cotto classico tagliato a mano con la mazzetta oppure adesso quello più alla moda, in pasta colorata o anche le mattonelle dipinte con il gusto decorativo di Vietri».  Sembra l’uovo di Colombo, qui l’abilità artigianale si mescola con le competenze tecnologiche.  E ciò che sembra antico in realtà rappresenta la punta più avanzata di un attualissimo fenomeno di ritorno,  il saper fare, l’economia delle sapienze altoartigianali.  Un mondo ceramico che si può esplorare in modo diretto a partire dall’osservazione:  dischi di argilla lasciati ad essiccare, arditi esperimenti di mattonelle semisferiche da rivestimento esterno, i meravigliosi forni anneriti, le vasche di decantazione del fango e poi infiniti decori e i decoratori, donne e uomini col pennello in testa prima che nelle mani e che potrebbero lavorare ad occhi chiusi.  Insomma la grande scuola italiana. Alla Fornace De Martino si possono acquistare argilla e, a breve,  altri impasti ceramici a costi assai convenienti,  è un posto adatto agli artisti più sperimentatori.

Antonio è venuto a prendermi all’uscita San Mango Piemontese dell’Autostrada del Sole. In tempi di navigatori satellitari essere accolti all’uscita autostradale è un gesto antico e per questo raro quasi quanto la ceramica.

Testo di Michela Garbin

Cotto Rufoli

Fornace De Martino

ViaRufoli, 32

Ogliara
tel. +39 089 – 281008

http://www.fornacedemartino.it

 

 

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