La ceramica è sempre stata per lo scultore Eraldo Chiucchiù il tramite più adatto per esprimere le ragioni dell’immaginario. La versatilità del materiale e la sapienza pratica dell’artista, consentono soluzioni formali sorprendenti per efficacia visiva e originalità.
Nella sua lunga carriera ha condotto una ricerca che potrebbe definirsi scientifica, sia nell’aspetto tematico che nella realizzazione, indagando fenomeni geologici e sperimentando continuamente per scoprire nuove soluzioni tecniche.
Al suo esordio, esplorando il linguaggio plastico della scultura minimalista, ha creato forme geometriche, indirizzando masse e superfici verso una limpida essenzialità.
La geometria continua ad essere un aspetto fondamentale del suo lavoro, ma nelle opere più recenti l’artista ha rivolto lo sguardo ai mutamenti della Terra, come le eruzioni vulcaniche, la formazione dei minerali e lo slittamento dei ghiacci, evocando il vitalismo dinamico che anima la materia.
Con il ciclo Endogenal’attenzione si concentra sui processi metamorfici che avvengono all’interno della crosta terrestre e il materiale è trattato in modo da creare l’effetto di una colata lavica che invade la purezza della forma. Il contrasto rimanda all’opposizione tra Ordine e Caos, Ragione e Istinto, Creazione e Distruzione e nelle scelte plastiche e cromatiche ciò risulta evidente. Infatti a solidi geometrici come cubi, piramidi e sfere, levigati e chiari, si contrappone una sostanza nera e informe, ruvida e grumosa.
Con Geminazioni l’artista si è ispirato agli effetti caleidoscopici degli aggregati cristallini di alcuni minerali, ricreandone la struttura e la pigmentazione. L’energia delle forme e la vivacità della policromia rendono questo gruppo di lavori particolarmente suggestivo.
Le sue ultime opere sono in porcellana, lavorata fino ad ottenere spessori sottilissimi, come nelle light boxese nei mobilesdella serie Litofanie, riprendendo il termine da una produzione ottocentesca della Ginori riferita a lastre istoriate e ai paralumi. Le lastre, che raggiungono la consistenza della carta, sono incise, inserendo un’interessante presenza grafica nelle installazioni.
La serie più recente, chiamata Ice, è dedicata al dinamismo dei ghiacciai, con sculture perimetrali che appaiono come involucri frastagliati dall’asse inclinato, trattate con uno smalto bianco che vira al grigio, singolarmente evocativo dell’effetto del ghiaccio.
Tutte le varie fasi del suo percorso di artista rivelano un indomito spirito di ricerca, volto a escogitare sempre nuovi esiti plastici con procedimenti esecutivi ingegnosi e spesso inediti.
Testo a cura di Marinella Caputo
Foto Courtesy dell’artista.
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