Quando raggiungo Sara Kirschen nel suo laboratorio con tanto di macchina fotografica nello zaino, ho subito la sensazione di essere in un’altro posto, Roma a volte ci regala sorprese come questa, dove tempo e luogo rarefatto sembrano portarci in un altrove indefinito.
Ecco che mentre mi avvicino alla porta d’entrata arriva lei ad accogliermi con un sorriso, scatto di fretta qualche foto, gli parlo del progetto che ho in testa, Sara ascolta ma non si pronuncia… in giro per il laboratorio ci sono già gli allievi a cui tiene corsi di ceramica tutto l’anno, anche loro mi guardano con aria incuriosita, lei gli dice che sono un “collega ceramista” io per distoglierli da me, inizio a fargli qualche domanda, si distrae e cosi senza volerlo inizia a raccontarsi …
“ il mio incontro con la ceramica inizia a metà anni `90 quando, dopo aver cominciato con un approccio da autodidatta, frequento il corso triennale di ceramica alla scuola di “arti e mestieri Nicola Zabaglia, dove ho avuto le mie prime gratificazioni: vinco il premio della scuola come migliore opera, e poi, nel 2001, vengo selezionata alla biennale della ceramica del MIC di Faenza nella sezione scuole d’arte. Ciò che da sempre ha cadenzato il mio percorso creativo/lavorativo, e che tutt’ora mi stimola, è una grande curiosità di provare sempre tecniche nuove e nuove combinazioni. D’apprima, infatti, ho privilegiato l´uso di ingobbi, argille colorate dalle calde tinte terrose per incidere e scolpire la superficie degli oggetti ed intervenire sulla texture del manufatto; poi mi sono appassionata alle tecniche di affumicazione ( raku, pit fire, naked raku, saggar fire, ecc.). In seguito, grazie anche ad incontri con maestri importanti come Luca Tripaldi, ho iniziato ad interessarmi ad impasti più complessi come le argille da alta temperatura. Un grande ed importante stimolo è stato il lavoro che ho svolto per diversi anni alla scuola internazionale di ceramica ” La Meridiana” a Certaldo. Quì, assunta come assistente ai laboratori, ho avuto la fortuna di lavorare a fianco di grandi artisti e maestri ceramisti come Jhon Colbeck, Pietro Maddalena, Susan Nemeth, Luca Tripaldi, Tip Toland, Beth Cavener e molti altri, dai quali ho appreso tecniche e approcci completamente diversi, ma tutti importanti e fondamentali che poi ho rielaborato e interiorizzato nei miei lavori e durante le lezioni nel mio laboratorio. Attualmente quel che più mi affascina, all’interno dell’alta temperatura, è la sfida che rappresenta la porcellana. Coloro gli impasti fin dall’origine, realizzo gli oggetti al tornio, a lastra, a colaggio; mi piace incidere, decorare con il graffito o usare direttamente pezzi di porcellana colorata per disegnare sui miei oggetti. Mi affascina la superficie vellutata di questo materiale, i suoi colori tenui e opachi, e il fatto che la decorazione sia completamente integrata nell’oggetto e divenga un tutt’uno con la forma. La mia produzione si compone di oggetti di uso quotidiano, ma anche di oggetti di produzione artistica attraverso i quali cerco di soddisfare un mio concetto di equilibrio, armonia e delicatezza. Tutto ciò che mi circonda può essere la mia fonte di ispirazione, ma soprattutto la natura e la sua affascinante perfezione.”
Attraverso le sue creazioni, Sara Kirschen di storie da raccontare ne ha tante, mi fermerei ancora con lei ma la sua lezione è già cominciata ed io mi sento di troppo così ripongo la mia reflex nella custodia e gli dico che dobbiamo organizzare “qualcosa“, non so bene cosa ma so che troveremo sicuramente delle idee insieme…
Foto e testo di: Evandro Gabrieli